Riflessioni


Riflessioni preliminari: i dati non sono dati ma sono presi
di Cira Solimene
Direttora, ASC InSieme
Gennaio 2016


Il mio arrivo in ASC InSieme, poco più di tre mesi fa, è coinciso con un momento particolarmente importante nella vita dell’Azienda: la sua trasformazione, il 30 dicembre, da Azienda consortile ad Azienda speciale dell’Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia.
Se sul piano organizzativo e di erogazione dei Servizi questo passaggio è avvenuto senza soluzione di continuità, sul piano della mission aziendale si è trattato di un cambiamento significativo che rappresenta un ulteriore passo avanti verso il raggiungimento di quegli obiettivi che sono stati all’origine della nascita di ASC InSieme nel 2010: integrazione e omogeneizzazione dei Servizi, equità di accesso, annullamento delle discriminazioni, pari opportunità per tutti/e i/le cittadini/e del Distretto. Obiettivi tanto imprescindibili da essere diventati la “direzione” verso cui l’Azienda ispira ed orienta la propria attività.

Il mio arrivo in ASC InSieme, poco più di tre mesi fa, è coinciso con un momento particolarmente importante nella vita dell’Azienda: la sua trasformazione, il 30 dicembre, da Azienda consortile ad Azienda speciale dell’Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia.
Se sul piano organizzativo e di erogazione dei Servizi questo passaggio è avvenuto senza soluzione di continuità, sul piano della mission aziendale si è trattato di un cambiamento significativo che rappresenta un ulteriore passo avanti verso il raggiungimento di quegli obiettivi che sono stati all’origine della nascita di ASC InSieme nel 2010: integrazione e omogeneizzazione dei Servizi, equità di accesso, annullamento delle discriminazioni, pari opportunità per tutti/e i/le cittadini/e del Distretto. Obiettivi tanto imprescindibili da essere diventati la “direzione” verso cui l’Azienda ispira ed orienta la propria attività.
Accanto a questi, però, altrettanto determinanti per ASC InSieme sono la garanzia di conoscenza e valutazione dei Servizi, da un lato, e quella del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, dall’altro.
Quando ho cominciato ad addentrarmi in questa realtà per me completamente nuova, l’impostazione politico-culturale mirante, in generale, alla garanzia di pari opportunità di accesso e di fruizione dei Servizi mi è sembrata un requisito minimo essenziale ormai universalmente condiviso a cui tutti i Servizi più o meno si attengono (anche perché previsto dalla normativa vigente).
Del tutto sorprendente e innovativa, invece, si è rivelata la metodologia con cui ASC InSieme è riuscita a tradurre una prospettiva politica - quella delle pari opportunità - in una modalità operativa di raccolta e organizzazione dei dati che consente non solo di monitorare il rispetto delle pari opportunità nell’erogazione dei Servizi - partendo da tre variabili universali entro cui è altissimo il rischio di discriminazione (Generi, Genesi, Generazioni) -  ma anche di rendicontare tutte le proprie attività attraverso una presentazione dettagliata, trasparente ed interattiva dei dati, disponibili sul sito web dell’Azienda a tutti coloro che ne siano interessati, cittadini e cittadine del distretto in primis.
Non nego che, a un primo accesso, il sistema non sia di agevole consultazione. Così come la prospettiva politica di partenza può risultare di difficile assimilazione per non addetti ai lavori, anche il destreggiarsi tra tabelle dati, riflessioni, presentazioni, necessita di un minimo di addestramento, cosa che certamente non favorisce il cittadino “profano” che vi si accinge autonomamente. Questo, però, è un aspetto che sono certa potremo migliorare.
Quello che invece mi preme sottolineare in queste mie riflessioni - che definisco preliminari perché non ritengo di avere avuto ancora la disponibilità di tempo necessario per approfondire GGG come avrei voluto – è quello che secondo me costituisce il suo valore aggiunto: la consapevolezza della propria epistemologia da parte di chi lo ha progettato e realizzato.
Quando si lavora sulla raccolta e analisi di dati per valutare i risultati di una attività, è opinione condivisa da tutti i sostenitori della matrice epistemologica costruttivista, che non esiste una conoscenza oggettiva che rappresenta, in modo fedele, un ordine esterno indipendente dall’osservatore. Questo significa che non esistono dati "nudi", ovvero indipendenti dalle teorie o anche del semplice modo di pensare dell’individuo.
L’approccio si dice, infatti, costruttivista in quanto tiene in considerazione il punto di vista di chi osserva, esamina, organizza e comunica una “realtà” che prende forma essenzialmente attraverso l’attribuzione di significati da parte di chi l’ha maneggiata.
In sostanza ciascun individuo costruisce una sua "mappa di significati" personali, che costituiscono le sue mappe conoscitive.
In quest’ottica - come magistralmente sintetizza Gregory Bateson - i dati non sono dati ma sono presi, nel senso che sono rielaborati secondo la mappa conoscitiva dell'osservatore.
L'essere umano, quindi, è imprigionato in una trama di premesse epistemologiche e ontologiche che, a prescindere dalla loro verità, assumono per lui carattere di autoconvalida.
Tutti noi abbiamo una epistemologia; chi dice di non averla, non sa di averla e questo, quando si tratta di elaborare dati da cui trarre conclusioni importanti - nella ricerca scientifica così come in quella sociale - è un rischio molto pericoloso perché, in particolare per quanto riguarda la seconda,  non garantisce sulla natura dei valori che hanno indirizzato lo studioso nel prendere e organizzare i dati.
Conoscere la propria epistemologia, però, non è sufficiente; occorre soprattutto comunicarla agli altri contestualmente alle informazioni che quella epistemologia ha determinato a costruire.
Da questi concetti, che ho cercato di sintetizzare al massimo, emerge, secondo me, il valore più alto di GGG in termini di trasparenza e lealtà verso la cittadinanza.
Aver previsto nell’ambito della Commissione Mosaico una Prospettiva Politica e una Prospettiva Tecnica, aver posto tanta attenzione e dedicato tanto spazio alla spiegazione e comunicazione del percorso di costruzione della conoscenza dei Servizi di ASC InSieme attraverso la definizione precisa del punto di vista di partenza è testimonianza chiara e diretta che non esiste alcuno scopo utilitaristico nella rendicontazione sociale dell’Azienda che rischi di comportare, come purtroppo spesso accade,  rimaneggiamenti dei dati per attestare il raggiungimento di obiettivi di tipo puramente quantitativo.
Certo, come per tutti i progetti giovani, ci sono margini di miglioramento tecnico, ma direi che, quando le fondamenta di una casa sono ben solide, riadattare gli interni in funzione delle esigenze che man mano emergono nell’utilizzo degli spazi è cosa molto più agevole.


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Rendicontare una storia
di Elisabetta Scoccati
Direttora, ASC InSieme
Gennaio 2013


Abbiamo creduto da subito in questo progetto, da noi vissuto come occasione per raccontare l’esperienza di ASC InSieme.

“Noi” sta per l’Ufficio di Direzione dell’Azienda, sette persone (Responsabili di Area ed io), che condividiamo ogni giorno il desiderio di organizzare i Servizi Sociali sul territorio del Distretto di Casalecchio di Reno nella maniera più efficace ed efficiente possibile per i cittadini.

Il desiderio, l’entusiasmo, lo spirito di servizio ma anche, a volte, la fatica.

L’idea di questo Bilancio di Pari Opportunità si è perfezionata nel tempo, anche grazie alla sinergia d’azione (e di pensiero) tra Commissione Mosaico (che vanta un’esperienza ventennale nel nostro Distretto sui temi delle Pari Opportunità e dell’immigrazione) e ASC InSieme.

Alla fine del primo anno di attività dell’Azienda (2010) abbiamo prodotto un “librone” con descrizioni e dati sulle attività, molto poco raffinato e certamente molto impreciso, ma con quello volevamo mostrare i principali risultati raggiunti.

Poi, guidati da Commissione Mosaico e dagli incontri serali nei Consigli Comunali ci siamo resi conto dell’importanza di “rendicontare” la nostra storia e il nostro lavoro attraverso strumenti di comunicazione più efficaci, quindi maggiormente leggibili e fruibili da tutti coloro che vogliono conoscere ciò che facciamo, e quindi cosa sono i Servizi Sociali.

Fondamentale l’esperienza nei Consigli Comunali; i consiglieri rappresentano i cittadini e spesso conoscono i Servizi, o meglio alcuni “pezzi” di servizio, dall’esperienza che viene loro raccontata, molto vera, e spesso carica di tanta sofferenza.

E hanno voglia di conoscere, fanno domande, si interessano….

Mi piace partecipare alle riunioni dei Consiglieri (in Consiglio Comunale o nelle Commissioni Consiliari), ma mi resta sempre la voglia di approfondire maggiormente e di ascoltare la percezione di chi coglie il bisogno da un altro punto di vista.

Lavoriamo così, sempre i “noi” di cui ho parlato più sopra, ma anche tutti i centododici dipendenti dell’Azienda, e cerchiamo di erogare prestazioni il più possibile accessibili, modellate sul singolo bisogno, attente a spendere in maniera oculata e senza sprechi i soldi pubblici e dei cittadini, che garantiscono la possibilità di fare più Servizi solo se vengono bene utilizzati.

Per queste ragioni abbiamo condiviso questo percorso di trasparenza. Perché crediamo nella partecipazione, intesa come ascolto delle diverse istanze e nella loro traduzione, nell’ambito di una cornice comunque definita dal livello legislativo, in Servizi ed interventi il più possibile aderenti ai bisogni dei cittadini con cui ci confrontiamo ogni giorno.

Da qui il cambiamento come stile di direzione dell’Azienda e come attenzione costante al dialogo, con la parte politica, con i cittadini, con le Associazioni, le Cooperative, i Sindacati, in una stretta collaborazione con i Comuni, le Scuole e con l’Azienda Unità Sanitaria Locale (che per noi è prevalentemente il Distretto socio-sanitario), che eroga Servizi Sanitari che affiancano i Servizi Sociali e che destina risorse pubbliche per garantire la continuità dei Servizi prevalentemente nell’ambito della non autosufficienza.

Crediamo che i numeri, ma anche le interviste e tutto quanto descrittivo di persone, attività e Servizi, contenuto in questo sistema, possano rappresentarci per quello che ogni giorno facciamo con una forte attenzione al bisogno delle persone cui prestiamo la nostra professionalità, per noi sempre al centro di azioni di intervento e supporto orientate alla progressiva autonomia, verso la fuoriuscita dalla condizione che ha generato la richiesta di intervento (laddove questo sia possibile).

Con un’estrema fiducia sul fatto che l’attenzione alla persona che richiede un aiuto, sia la strada giusta per costruire veri percorsi di autonomia e che il dialogo, in primis con chi eroga i Servizi, sia la chiave vincente per un sistema di welfare che vuole, e deve, cambiare, se vuole essere adeguato a bisogni che, a loro volta, cambiano.

Da qui un Bilancio di Pari Opportunità, che noi vogliamo intendere e declinare come la capacità di guardare i nostri Servizi, e quello che facciamo, con uno "sguardo strabico”, aperto a tutte le componenti che partecipano alle Politiche Sociali e che possono contribuire alla loro continua ridefinizione, in una logica di “sistema fluido”.

All’attenzione ci sono sempre nuove emergenze sociali e nuovi bisogni. La necessità di una continua ridefinizione delle azioni da intraprendere, quale risposta a questi bisogni, è quasi obbligatoria. Anche se non è semplice, perché il cambiamento richiede spesso tempo, alle organizzazioni e al sistema più complessivo, per “essere digerito”, oltre che pensato e progettato.

Da qui la forte attenzione alle risorse umane che fanno effettivamente questa Azienda: funzionari, assistenti sociali, educatori professionali, operatori socio-sanitari, personale amministrativo.  Dall’ascolto, alla co-progettazione delle azioni di cambiamento, alla formazione.

Riteniamo che siano la risorsa più importante di questa organizzazione, impegnata da sempre nel suo consolidamento, attraverso azioni importanti e significative che vengono continuamente implementate.

L’Azienda è nata con la quasi esclusiva prevalenza di dipendenti che già lavoravano nei Comuni del territorio distrettuale o presso l’Azienda Unità Sanitaria Locale. Per sopperire alla mancanza di alcune figure professionali sono stati espletati subito concorsi, per favorire la stabilizzazione delle persone in Azienda, anche implementando la presenza di figure professionali in ruoli di coordinamento prima appaltati dall’Azienda Unità Sanitaria Locale alle Cooperative Sociali.

Un continuo confronto con le Organizzazioni Sindacali, che avevano siglato l’accordo (novembre 2009) per la costituzione dell’Azienda, ha di fatto favorito il progressivo passaggio, e quindi il definitivo trasferimento, di tutto il personale dai Comuni ad ASC InSieme (avvenuto definitivamente il 1 gennaio 2013) e quindi il consolidamento di tutte le figure professionali.

Il processo di accreditamento dei Servizi, poi, ha richiesto la riorganizzazione di tutti i Servizi socio-sanitari (alcuni, infatti, sono stati “internalizzati”, altri definitivamente affidati alle Cooperative Sociali) e quindi la ridefinizione di tutto l’assetto degli operatori socio-sanitari impegnati sui Servizi accreditati. Il passaggio non è stato semplice, perché ha voluto dire spostare la sede di lavoro degli operatori; un’operazione che non sarebbe stata possibile se ad agire fossero stati ancora singoli Comuni. È stata invece realizzata grazie alla possibilità offerta da un’Azienda che, operando su un bacino ampio, presenta più opportunità rispetto a una realtà singola, con la collaborazione e la disponibilità in primis dei dipendenti, mediata anche dalle Organizzazioni Sindacali.

Passaggi, questi, tutti importanti, se si pensa che il nostro è un lavoro fatto di persone, rivolto esclusivamente a persone, dove la componente umana, da un lato e dall’altro, determina la variabilità dell’intervento…

Un Piano Assistenziale Individualizzato viene rivisto molte e molte volte: cambiano le condizioni del bisogno, il modo di pensare e la vita delle persone coinvolte.

La mutevolezza è l’essenza del nostro interlocutore più diretto, l’utenza e gli operatori conoscono bene come agire Servizi e Interventi Sociali in condizione di cambiamento, così come lo sanno bene gli operatori dell’Azienda Unità Sanitaria Locale (infermieri, geriatri, psichiatri, neuropsichiatri, psicologi, ecc.) che collaborano con noi ogni giorno.

Attenzione alle risorse umane, che abbiamo fortemente voluto anche con l’accordo di aprile 2012 con le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori delle Cooperative. Una grossa parte dei Servizi, infatti, è svolta da operatori di Cooperative, e riteniamo che la collaborazione si basi anche su appalti di lunga durata (abbiamo siglato a settembre 2012 i nuovi contratti con le Cooperative per i Servizi socio-educativi rivolti a minori e disabili), che significano stabilità di prospettiva, e su regole precise che tutelino il diritto al lavoro.

Attenzione anche alle risorse pubbliche. L’Azienda vive sui trasferimenti pubblici (i trasferimenti economici dei nove Comuni aderenti, del Fondo Sanitario Regionale, del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza e del Fondo Sociale Locale) e sulle rette pagate dagli utenti per i Servizi che prestiamo.

Sentiamo forte la responsabilità di questo, e quindi di spendere queste risorse al meglio.

Dall’avvio dell’Azienda l’attenzione alle possibilità di efficientamento dei Servizi e degli interventi, senza penalizzare per questo la qualità e la continuità con il modello precedente, è sempre stata una fra le priorità. Un attento controllo di gestione, la ricerca di soluzioni sempre nuove e di quella ottimizzazione sempre possibile quando si cerca di  omogeneizzare ciò che prima era parcellizzato, guidano il lavoro della direzione dell’Azienda, che interpreta il proprio compito come servizio dedicato ai cittadini e alle colleghe e ai colleghi che operano a diretto contatto con la cittadinanza e che hanno bisogno, per questo, di modalità di lavoro snelle e agevolanti.

Cerchiamo di fare questo ogni giorno.

Crediamo che i numeri parlino di questo continuo tendere…